Micromosaici Romani del XVIII e XIX secolo

dalla collezione Ars Antiqua Savelli

a cura di
Fabio Benedettucci, M.Grazia Branchetti, Marco Pupillo
Progetto Zetema Cultura
Museo Napoleonico
P.za di Ponte Umberto I°, 1
dal 25 giugno 2016 al 7 maggio 2017

 ll Colosseo al chiaro di luna  fu tema caro alla letteratura di ispirazione romantica. Il micromosaico ne seppe cogliere  l’atmosfera con accenti visionari favorito anche dalla natura del composto vetroso che era alla base del suo linguaggio.
Particolarmente interessanti  sono le rappresentazioni che ne ha lasciato Michelangelo Barberi. Dell’artista si ricordano i piani di tavolo:  Ventiquattr’ore in Roma, del 1839,  Roma cronologica, del 1845 ca. e Ricordo della passeggiate romane (BARBERI , 1856).  Il mosaico Ventiquattr’ore in Roma era stato eseguito per il granduca Alessandro figlio dello zar Nicola I e fa parte oggi delle collezioni dell’Ermitage di San Pietroburgo (EFIMOVA,  1968, n. 70; VALERIANI ,  2003, p.92).   Quello denominato Roma cronologica  è noto in due versioni, l’una appartenente ancora all’Ermitage  (EFIMOVA,  1968, n. 72) e l’altra alla Collezione Gilbert (GABRIEL,  2000, p. 85). Del mosaico Ricordo della passeggiate romane, commissionato dal conte di Palmela (Don Pedro de Sousa Holstein, duca di Palmela 1781-1850, Enciclopedia Britannica, 9, p. 92, c.3a) non si ha memoria.
Nell’ antologia dei suoi capolavori pubblicata nel 1856, il Barberi afferma che il Colosseo e  piazza S. Pietro sono i due  luoghi che  il forestiero giunto a Roma visita per primi. Inoltre nell’immagine notturna del primo vede rappresentata la caducità del potere terreno  mentre nel secondo l’ eternità del potere spirituale.