Un souvenir datato 1855

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Placca in Nero del Belgio con micromosaico raffigurante le Colombe capitoline
cm. 15 x 10 circa
collezione privata


La composizione in micromosaico è inserita a mo’ di intarsio al centro di una base marmorea dal contorno sagomato. Sebbene incorniciata per essere utilizzata come ornamento da parete, la placca presenta le caratteristiche tipiche delle creazioni destinate alla funzione di presse-papiers. Sul retro conserva incollata una targa con una nota scritta nel 1855 dal primo proprietario.


L’iscrizione è la seguente:

Mosaïque. Colombes du Vatican. Souvenir rapporté de Rome en 1855 et a moi donné par ma nièce en Son nom et en celui de Son Mari Colonel du 96me Régiment de ligne, (ancien 21 eme legion). Versailles 22 Juillet 1855. M(ar)quis R de Sainte Cro(?) …les..

(Mosaico. Colombe del Vaticano. Ricordo riportato da Roma nel 1855 e a me donato da mia nipote e da suo marito Colonnello del 96mo Reggimento di linea (antica 21ma legione). Versailles 22 luglio 1855. Marchese R. di Santa Croce (…).

La firma presenta qualche problematicità di tipo ortografico e sembra seguita da una parola tronca. Tuttavia il riferimento all’ambiente militare e l’indicazione della residenza a Versailles permettono di risalire con buone probabilità al marchese Robert d’Escorches de Sainte Croix (Robert, Jean, Antoine, Omer d’Escorches de Sainte-Croix, 1785-1861), esponente di una delle più antiche famiglie nobili di Francia. Dopo aver intrapreso la carriera militare e combattuto con Napoleone nella campagna di Russia (dove perse una gamba) il d’Escorches si dedicò alla vita pubblica ottenendo successi e riconoscimenti. Nel secondo Impero, sotto Napoleone III, rivestì incarichi politici.

La data 1855 riportata nell’iscrizione costituisce un preciso riferimento cronologico – senza escludere un possibile ma limitato scarto a ritroso-  per la fattura dell’oggetto.

Da notare che il soggetto è indicato con il titolo di Colombe del Vaticano e non con quello storico di Colombe Capitoline, o di Plinio. Piuttosto che ad una inesattezza, la denominazione sembra  potersi attribuire all’idea diffusa nella cultura ottocentesca di una Roma sede,  grazie alla politica culturale del papato, di una vera e propria industria artistica con centro nello Studio del mosaico, lo stabilimento  creato nel 1727 per decorare la basilica di S. Pietro ma attivo anche sul mercato cittadino con prodotti destinati alla vendita.

La produzione di presse- papiers in Nero del Belgio con intarsi in micromosaico fu particolarmente coltivata dagli artisti romani e rappresentò un genere di souvenir che conobbe ampia fortuna fino alla fine del secolo XIX. Un esemplare simile a quello qui esaminato è pubblicato in D. Petochi, M. Alfieri, M.G. Branchetti, 1981, p. 227 n. 39.